glossario giapponese

A

Ainu . “Uomo” nel linguaggio degli aborigeni dell’Hokkaido. Parola usata per designare le popolazioni di pescatori e cacciatori dell’Hokkaido, delle isole Kurili e Sakhalin che probabilmente arrivarono nei tempi dall’Asia continentale.
Sono di statura media (160-165 cm.) con uno scheletro relativamente pesante una faccia piatta, occhi castani con le orbite prominenti, pelle bianca e il corpo piuttosto peloso.
Sono considerati i primi abitanti autoctoni delle isole giapponesi e poichè non c’è mai stato nessun incrocio con i giapponesi sono a rischio estinzione come la loro lingua.

Ama. Termine che un tempo designava chi era occupato nella pesca e nella navigazione. In seguito gruppi di ama erano specializzati nella pesca a grande profondità di conchiglie, prevalentemente abalone (awabi).
Il termine ama che originariamente includeva sia maschi che femmine e ora usato per le donne che pescano in immersione ostriche perlifere ed altre conchiglie.

Amida. Nome Giapponese per Amithaba, supremo Budda del Paradiso dell’ovest.

Andon. Tipo di lanterna portatile costituita da una struttura di legno e carta con dentro una lampada ad olio che apparirono dal 13th.

Arita-yaki. “Porcellana di Arita”. Spesso chiamate Imari dal nome del porto dal quale venivano esportate, queste ceramiche sono divise in due gruppi, Kakiemon e Nabeshima, nomi che provengono dalle famiglie dei vasai sulle cui proprietà erano costruite le fornaci.

Awabi. Nome dato ad un genere di molluschi gasteropodi di cui svariate varietà sono comuni lungo le coste del Giappone. La loro carne è molto popolare nelle cucina giapponese.

B

Bachi. Grande pletro triangolare in legno o in osso usato per suonare lo shamizen

Bakufu. “Governo della tenda”. Sistema di governo militare retto dallo Shogun.

Benibana. Pianta usata per fabbricare coloranti e cosmetici.

Bento. Scatola per cibo preparato in anticipo e venduto ai viaggiatori nelle stazioni.

Bonsai. Questa parola si riferisce sia alla particolare tecnica di crescita di un albero in vaso sia alla specie stessa che ne scaturisce. L’arte del bonsai mira a produrre miniature di alberi e di cespugli. Piantata in poca terra ,la pianta cresce lentamente e la sua crescita è successivamente rallentata da potature , legature dei rami e delle radici e da ripetuti trapianti. La tecnica appare in Cina più di mille anni fa e fu introdotta in Giappone durante il periodo Kamakura dai monaci Buddisti Zen.

Bonsho. Campane dei templi Buddisti prive di batacchio, esse vengono suonate con un mazzuolo o con una trave basculante posta vicino alla campana. Queste campane possono essere molto grandi e sono di bronzo.

Bodhidharma. Vedi Daruma.

Bushido. “La Via del Guerriero”.Il codice etico che regola il comportamento dei samurai del periodo Tokugawa basato sulla lealtà offerta al proprio signore in cambio di un feudo o di un compenso. L’etica del samurai venne sviluppandosi sin dal periodo Kamakura , ma fu con l’affermazione e la stabilizzazione del sistema gerarchico della società sotto gli shogun della dinastia Tokugawa,nel quale il ceto dei samurai occupava il vertice, che il bushido assurse a principio morale dell’intera società feudale.

Byobu. Paravento composto in genere da 2,4 ,6,8 ante unite insieme tra loro con cerniere di carta.

C

Chado. “Cerimonia del tè”. Dobbiamo a Sen no Rikyu , influenzato dallo spirito dello Zen, se la Cerimonia del tè acquisì il carattere di un’arte più completa e complessa , capace di impregnare del suo spirito l’ambiente circostante.

Chawan. “tazza da tè” .Nome dato alla tazza per la cerimonia del tè. Spesso di aspetto rustico e semplice erano anche prodotte da grandi artisti e tramandate alle future generazioni.

Chaya. Casa da tè.

Chonin. Classe sociale formatasi nel 16° sec. nelle città castello ,costituita da mercanti ed artigiani, fornitori di nobili e guerrieri.

D

Daimyo. “Grande nome” Titolo dato ai signori feudali esistenti già nel medioevo giapponese ma soprattutto durante il periodo Edo, governano grandi territori e sono al comando di un grande numero di vassalli.

Daruma. Nome giapponese per Bodhidharma (5th – 6th secolo), monaco buddista indiano che raggiunse Canton, Cina, nel 470 (o 520 ?) portando con sè la ciotola da mendicante appartenuta a Budda. Viene ritenuto il fondatore della setta Chan ( Zen in giapponese) e delle arti marziali.

E

Edo. Antico nome di Tokyo. Dal 17° sec. centro del dominante clan dei Tokugawa e capitale amministrativa dello stato. Diede il nome all’epoca che precedette quella moderna

Emakimono. Rotoli di carta (più raramente di seta) ,contenenti testi di letteratura o religiosi e illustrazioni, eseguiti su lunghe strisce di carta arrotolate intorno ad una bacchetta.
La lettura avveniva facendo scorrere il rotolo verso destra.

Eta. “Impuro” Classe sociale molto bassa facente parte dei fuori casta .Gli eta, considerati impuri dai Shintoisti e dai Buddisti sono inabilitati al lavoro. Nel 1871 vennero equiparati agli altri lavoratori.

F

Fubako . “Scatola da pennelli”, scatola generalmente in lacca contenente l’occorrente per la scrittura: carta, pennelli e inchiostro.

Fukusa. Tessuto ricamato che nella cerimonia del té viene usato per coprire gli oggetti in lacca quando non vengono usati.

Furoshiki. Tessuto di forma squadrata in cotone o seta usato da molti giapponesi per avvolgere cose così da poterle trasportare.

Fusuma. Finestre o porte scorrevoli in uso nelle case giapponesi per dividere una stanza in due o in più parti , i fusuma sono composte da una cornice di legno sulla quale è stesa della carta o del tessuto creando un ideale supporto per decorazioni pittoriche.

Futon. Sottile materasso posto sopra i tatami alla sera usato come letto. Durante il giorno il futon viene arrotolato e riposto in armadi chiusi dai fusuma.

G

Geisha. “ Artista” Donne che fin dall’infanzia vengono edotte nell’arte della danza ,del canto e nella musica il cui ruolo e di intrattenere uomini ricchi e influenti.
La geisha generalmente ha un protettore ( uomo o donna) che si assume i costi della sua educazione. Nel periodo Edo la geisha era considerata un modello di eleganza e di stile.
Successivamente la professione della geisha venne più o meno assimilata a quella della prostituta.

Geta. Tipici sansali giapponesi in legno di paulonia (kiri).

Gofu. Amuleto protettivo venduto nei reliquari Shinto o nei templi Buddisti dai monaci. Generalmente è una placchetta rettangolare in carta o cartoncino oppure costituita da un pezzetto di legno con la scritta del Tempio o del Reliquario di provenienza.

Gofun. Pigmento bianco ottenuto da conchiglie sminuzzate e successivamente bollite fino ad ottenere una pasta bianca, usato come pigmento bianco per decorare dipinti nei casi in cui si vuole ottenere un effetto leggermente a rilievo.

Goma. La pianta del sesamo i cui semi ed olio sono usati nella cucina giapponese.

H

Haiku. Forma poetica costituita da diciassette sillabe suddivise in tre unità secondo la schema 5-7-5. Fu usata da grandi poeti come Matsuo Basho (1644-1694) ,Yosa Buson (1716-1784) e Kobayashi Issa (1763-1827).

Hakama. Larghi pantaloni tradizionalmente indossati sia da donne che da uomini.

Hakudo. “Bronzo bianco” Lega contenente 70/75% di rame e 20/25% di stagno.

Harakiri. “Tagliare lo stomaco” Suicidio rituale praticato dai samurai inteso come separazione del proprio Io dall’energia cosmica. I giapponesi preferiscono però la parola seppuku.

Hibachi. Braciere portatile di forma quadrato o rotonda in uso fin dal periodo Nara (700 d.c.)

Hinin. “Non umani”, termine per la classe sociale più bassa in Giappone , assimilabile agli eta . Nel Periodo Edo (1615 – 1865) non avevano alcun diritto a praticare una professione.
Come per gli eta nel 1871 questa classe fu abolita.

Hinochi. “albero del fuoco” , comunissimo tipo di cipresso (Chamaecyparis obtusa) , questo legno viene usato nelle costruzioni , nella carpenteria e nelle sculture.

Hirohito. 124° Imperatore del Giappone (1901 – 1989) ,figlio dell’Imperatore Taisho Tenno al quale successe nel 1926 inaugurando il periodo Showa ( 1926-1989).

Hyotan. Zucca disseccata, usata nelle aree rurali come bottiglia o borraccia soprattutto per il sake .

I

Ikebana. L’arte della composizione dei fiori per onorare le divinità o semplicemente come decorazione di una stanza o del tokonoma .

Ikkambari. Sculture o oggetti realizzati con strati successivi di carta ricoperti con lacca.

Inari . Kami Shintoista dei cereali ,succesivaamente dei fonditori e dei commercianti così come guardiano della casa. Il suo tradizionale messaggero è la volpe (kitsune) che viene identificata come il kami stesso.

Irori . Camino a vista generalmente quadrato situato generalmente tra la cucina e la sala principale nelle case rurali usato sia per cuocere il cibo che per illuminazione.

Ishidoro. Lanterna in pietra usata sia per far luce che come ornamento ai viali nei reliquari Shintoisti e Buddisti.

J

Jizai-kagi. Gancio per pentola usato per sospendere il calderone sopra un irori nelle case tradizionali . Realizzato in legno o metallo spesso viene scolpito a forma di pesce o di ventaglio. La credenza popolare ritiene che il kami della casa risieda lì.

Jubako . Scatole in lacca usate un tempo dai nobili per mandare doni. Col tempo ritenute oggetti d’arte.

K

Kabuto . “ elmo” usato dai samurai. Il kabuto è generalmente realizzato in metallo e decorato con corna o ali di forma tale da deviare le freccie nemiche.

Kakemono. Termine generico che indica rotoli scritti o dipinti da appendere su parete.

Kano. Famiglia-scuola di pittura nata dalla metà del 15°sec., unisce la tecnica dei dipinti a inchiostro di china (sumi) con quella nazionale dello Yamato-e. Venne fondata da Kano Masanobu(1434-1530) che ricevette il titolo ereditario di “pittore di corte”.

Katana. “ Spada” con un bordo tagliente nella parte convessa della lama.
Insieme alla spada corta chiamata wakizashi costituisce il segno distintivo che identifica un samurai.

Kabuki. Forma di teatro nata nel Siecento come espressione della nuova cultura popolare. Vietato, per ragioni morali alle donne, venne praticato per un certo periodo da fanciulli, ma venne di nuovo proibito per le stesse ragioni. Venne allora rappresentato esclusivamente da attori adulti, costume che si è conservato sino a oggi.

Kagami . “Specchio”. Antico specchio giapponese, in bronzo, generalmente rotondo e lucidato sul davanti, sul retro è decorato con motivi a rilievo o incisioni.

Kannon. Il più popolare Bodhisattva in Giappone corrispondente nella versione sanscrita ad Avalokiteshvara.

Kiri. Albero (paulonia) dalla rapida crescita i cui fiori sono l’emblema dell’ imperatrice. Per la sua grana molto fine e la sua leggerezza viene usato per produrre cassettiere ,scatole e molto altro.

Kokuga- kai. Asssociazione di pittori fondata nel 1918.

M

Machi. “città” o distretto di una grande città.

Maiko. “danzatrice”. Fanciulle istruite nell’intrattenere con la danza. Oggi sono, a Kyoto, il gradino immediatamente precedente la geiko (termine in uso a Kyoto per geisha).

Maki-e. Tipo di decorazione per la lacche ottenuta con polvere d’oro o d’argento sparsa quando la lacca è ancora umida.

Makimono. Scroll orizzontale riproducente un testo calligrafico senza illustrazioni.

Makura. “ Cuscino” generalmente piccolo e realizzato in legno laccato o porcellana. In passato le donne usavano il makura sotto la nuca per preservare l’acconciatura durante il sonno.

Mandala (mandara). Diagramma simbolico delle divinità del Buddismo esoterico e le loro “forze”.

Manga. “Schizzi”, termine per i disegni umoristici e le caricature e recentemente per i fumetti comici.

Matsuri. Feste religiose e agresti associate al culto Shintoista e al Buddismo popolare che si celebrano in date periodiche nei monasteri e nei reliquari.

Menpo. Maschera da samurai che copre il mento ,la fronte e il naso. È realizzata in pelle o in ferro laccato generalmente in nero e decorata con dei baffi.

Miyako. “capitale” .Termine usato dai giapponesi per indicare l’odierna Kyoto.

Mingei. “Arte popolare” termine coniato da Yanagi Muneyoshi nel 1926 per indicare oggetti di uso popolare e artigianali in opposizione ai kogei oggetti aristocratici e/o di produzione industriale.

Mon. Stemma famigliare usato dai samurai dal Periodo Kamakura (1185-1333) che permetteva nelle battaglie di distinguere gli amici dai nemici. In seguito, dopo il 1868 viene usato da diverse entità come famiglie borghesi, città ,imprese.
Il Mon imperiale è costituito da un crisantemo d’oro con 15 petali.

N

Nabeshima-yaki. Termine usato per i vasi bianchi e blu , celadon e policromi prodotti ad Arita da vasellame portato dalla Corea da Nabeshima Naoshige principe di Hizen (1538- 1618).

Nagamochi. Cassapanca senza piedi generalmente realizzata in legno di kiri come contenitori di vestiario.

Nanga. Scuola di pittura sviluppatasi in Giappone dalla fine del 17°sec. in reazione al convenzionalismo degli stili tradizionali e soprattutto quello della scuola Kano .

Netsuke. Piccoli oggetti utilizzati per attaccare all’obi con un cordoncino un inro o la borsa del tabacco o un set da scrittura. Sono realizzati generalmente in vari materiali : avorio,legno di bosso, osso,ceramica ,metallo. Nel corso dei secoli sono stati realizzati da molti artisti trasformando questi oggetti di uso quotidiano in piccole opere d’arte.

Nihon. Il nome per le isole del Giappone dal 671.

Nihonga. Stile di pittura del Giappone moderno che mette insieme le tecniche occidentali con la pittura tradizionionale giapponese in contrasto con lo stile Yoga puramente in stile occidentale . Questa scuola di pittura si è originata alla fine del ’800 e si è sviluppata durante il periodo Meiji ed è stata ufficialmente riconosciuta nel 1907 dal Ministero dell’ Educazione che organizzò una mostra chiamata Bunten dove furono esposte i lavori di entrambe le scuole.

Ningyo. “Bambole”. Molto popolari in Giappone dove sono giocattoli e opere d’arte.

Nishiki. Broccato di seta multicolore con trame in oro e argento derivante da una tecnica cinese importata dalla Cina nel 7° e 8° sec. e sviluppata dagli artigiani di Nishijin nell’area di Kyoto

Nishiki-e . Tecnica di stampa per le stampe ukiyo-e che consiste nell’uso di diversi colori (da 5 a 10) e da diversi stampi in legno, creata da Suzuki Harunobu nel 1765.

Nitten. Abbreviazione di Nihon Bijutsu Tenrankai (Mostra Arte Giapponese) che si svolge annualmente dal 1945 promossa dall’Accademia Imperiale di Belle Arti.

No. Forma classica del teatro musicale giapponese che nasce a cavallo tra il 14° e 15° sec. Deriva da forme di danze popolari e sacre rappresentazioni ma contiene anche elementi musicali e di danza.

Nomen. Termine generico con cui si indica la maschera usata nelle rappresentazioni del teatro No .

Noren. Mezza tenda divisa in due appesa fuori da esercizi commerciali e residenze recante le insegne del mercante o il mon famigliare

O

Obi. “Cintura”. Larga fascia in tessuto usata per tenere chiuso il kimono .

Ojime. Bottone di forma ovale attraversato longitudinalmente ,usato per stringere il cordino tra il netsuke e un inro o altri oggetti appesi alla cintura (obi).

Okimono. Termine per molti piccoli oggetti d’arte creati per essere esibiti nel Tokonoma o per essere regalati, generalmente sono di avorio .

Onsen. “Sorgenti termali”. Grazie al sua topografia vulcanica il Giappone ha molte sorgenti termali che sono state stimate dal Dipartimento di Geologia in 2237 ,frequentate fin dall’antichità sono diventate famose per le loro propietà curative.

Origami. L’arte della piegatura di fogli quadrati di carta bianca o colorata al fine di ottenere oggetti o animali.

P

Pachinko. Gioco per certi versi simile al flipper ma che si gioca su un pannello verticale.
Inventato a Nagoya nel 1948 ha subito avuto un grande successo coinvolgendo milioni di giapponesi i quali ipnotizzati dalle palline che scendendo dal pannello verticale , deviate da ostacoli o andando a finire un apposite buche, generano una sorta di punteggio. I giapponesi si estraniano così per qualche tempo dalle incombenze del lavoro e dallo stress quotidiano.

R

Rimpa. Scuola di pittura fondata intorno al 1600 da Sotatsu e Hon’ami Koetsu e ripresa nel’700 e nel’800 da Ogata Korin e Sakai Hoitsu. La pittura di questa scuola è prevalentemente decorativa con l’uso di fondi oro e argento con colori vivaci, i soggetti preferiti sono la natura e i temi classici della storia del Giappone. Nel 1905 questo stile pittorico fu di nuovo riproposto da Okakura Kakuzo che ne fece diventare la base dello stile pittorico moderno (Nihonga).

Ro. Piccolo braciere quadrato di circa cm. 30 per lato incassato nel pavimento allo stesso livello dei tatami usato per la ceriminia del tè (chanoy).

Ryokan . Hotel in stile giapponese . Generalmente ubicato in case tradizionali spesso con giardino. Questi hotel propongono lo stile di vita tradizionale giapponese con le stanze attrezzate con i tatami e i letti con il futon.

S

Sabi. Concetto estetico sviluppatosi in Giappone durante il periodo Muromachi secondo il qual sobrietà e semplicità sono preferibili e più importanti di una brillante apparenza.
Nell’arte questo concetto fu usato principalmente nella cerimonia del tè.
Nel 20° sec. questo concetto fu assimilato dalla letteratura e dalla poesia.

Sakura. Ciliegio giapponese. Specie dai piccoli frutti non commestibili rinomata per la sua fioritura.

Samurai. La classe dei guerrieri che erano al servizio di un daymo o dello shogun. Questa classe di guerrieri apparve intorno alla metà del 10°sec. Quando si formarono grandi clan di guerrieri. Durante il periodo Edo ai samurai fu assegnato una specie di pensione dai loro signori che li legò a un vincolo di fedeltà fino alla morte. Dopo la Restaurazione Meiji i samurai vennero inclusi nella classe sociale degli shizoku e considerati soggetti normali. Nel 1876 gli fu proibito di portare la spada che generò diverse proteste ,qualche tempo dopo furono anche tolti i restanti privilegi

Sensei. “Professore”, titolo dato a chiunque avesse raggiunto un alto grado di conoscenza, sia maestri d’arte che professori universitari.

Seppuku. Suicidio rituale ad uso dei guerrieri giapponesi consistente nello sventrarsi , popolarmente conosciuto come harakiri. La cerimonia avveniva al cospetto di poche persone , il suicida vestiva di bianco e dopo la scrittura di un breve poema procedeva con una corta spada (kusungobu) aprendosi il ventre da sinistra a destra dopodichè l’assistente procedeva alla decapitazione. Il primo seppuku secondo la tradizione avvenne nel 1156.

Shakudo. Lega di antimonio e rame con il 3% d’oro. La lega trattata con una soluzione acida produceva una patina blu scuro.

Shamisen. Strumento musicale , simile ad una chitarra ma con tre corde , un lungo collo ed una cassa armonica quadrata. Strumento importato dalla Cina a Okinawa nella metà del 16° sec. era usato negli spettacoli teatrali del Kabuki e dalle geishe nel periodo Edo.Le corde erano in seta, ora in nylon, mentre il corpo dello strumento era di legno di sandalo. Veniva suonato con un grande plettro di avorio o legno duro.

Shinto. Religione indigena del Giappone , che venera i kami (forze della natura o esseri superiori).Questi esseri superiori abitano oggetti e piante. Questa religione ha una ricca mitologia ma non testi sacri. Secondo lo Shintoismo l’ Imperatore, diretto discendente della dea Amaterasu, sarebbe di stirpe divina.

Shippo- ruri. Tecnica di decorazione a smalto e intarsio, praticata sin dal 17° sec. e vivificata a Kyoto alla fine del 19°sec.

Shogun. Forma abbreviata per “ il generalissimo incaricato di dominare i barbari”. Antica carica militare trasformatasi poi nella massima posizione politico-militare del paese.
Di fatto il feudatario più potente che stabiliva una vera e propria dinastia governativa a fianco di quella nominale dell’Imperatore. Lo Shogun dunque era una sorta di dittatore che governava in nome dell’Imperatore a cui rimanevano solamente incombenze e responsabilità rituali. L’ultimo Shogun, della potente dinastia dei Tokugawa, fu deposto nel 1868 con la Restaurazione Meiji.

Shoji. Porte scorrevoli o finestre scorrevoli dalla superficie traslucida in genere di carta.

Sumi. “Inchiostro di Cina”. Solitamente si presenta in forma solida ,barrette a volte decorate con oro o argento. Queste barrette sono fatte con un misto di colla solubile in acqua e fuliggine di legno di pino.

Sumizuri-e. La più antica tecnica di stampa per le stampe ukiyo-e usando solo inchiostro di Cina nero senza altri colori.

Sumo. Lotta rituale di origine scintoista che si svolge tra due poderosi lottatori in una arena circolare rappresentante il Paradiso limitata da una sottile corda che delimita un area quadrata con quattro “porte” simboleggiante la terra. Il vincitore della lotta e colui che riesce a far uscire dall’arena circolare il suo avversario.

Surimono. “Cose stampate” Questo termine si riferisce a ricche stampe stampate in numero limitato per celebrare compleanni, matrimoni, funerali.

Suzuri-bako. “Scatola”, generalmente laccata, contenente gli accessori per la scrittura.

T

Tabi. Calze giapponesi. In origine erano in pelle di cervo ed avevano la forma di semplici calze. Dal periodo Kamakura ,diffondendosi l’uso dei sandali infradito , zori , queste calze separavano il pollice del piede dalle altre dita ed erano fatte in cotone.

Tansu. Cassettiera generalmente realizzata con legno di kiri usata per riporre i kimono

Tatami. Materassi in paglia compressa ricoperti di paglia intrecciata o erba intrecciata usati per ricoprire il pavimento di una stanza in uso dal 17° sec. I tatami derivano dalle pedane usate dai signori feudali nelle sale di ricevimento dei palazzi. Successivamente venivano usati per ricoprire i pavimenti . I tatami venivano messi uno di fianco all’altro fino a ricoprire completamente il pavimento. Erano generalmente di una misura sola (cm. 186/cm. 192) a seconda delle regioni. Il numero di tatami indicavano la misura della stanza.

Tokonoma. Nicchia in genere situata nella sala più importante dell’abitazione nella quale viene appeso un dipinto su rotolo verticale e ,in genere, una composizione floreale in accordo con la  stagione in corso.

Tosa. Scuola di pittura sviluppatasi nei primi anni del periodo Muromachi. Si ispirava alla pittura tradizionale degli emakimono dei periodi Heian e Kamakura.

Torii. Portico che segnalava l’ingresso di un Reliquario Shinto o un’area sacra. Potevano essre singoli o           a gruppi di tre o più numerosi.

Tsuba. Parte della katana tra l’impugnatura e la lama di forma rotonda con una fessura per far passare la lama attraverso. In genere fatta in acciaio protegge la mano dalla lama e serve anche come bilanciamento della spada stassa.

U

Ukiyo. “Mondo fluttuante”. Espressione che esprimeva in origine un principio fondamentale della filosofia buddista e cioè la transitorietà del mondo e di tutti i suoi fenomeni.
Nel periodo Edo passò a indicare quanto di più impermanente v’era nella vita e in particalare il mondo del piacere.

Ukiyo-e. “Immagini del mondo fluttuante”. Termine che definisce lo stile di certe stampe di varie misure vendute a basso prezzo al gusto comune delle classi mercantili nel periodo Edo. Queste stampe ,usate anche per illustrare libri, furono inventate da Iwasa Matabei nel 16°sec. I più frequenti soggetti rappresentati erano ritratti di donne meravigliose, attori del teatro Kabuki nei loro costumi di scena, lottatori di sumo. alcuni artisti inclusero nella  gamma dei soggetti panorami , scene rurali e vita urbana.
La tecnica è semplice. Il disegno fatto su carta di riso è incollato su una tavoletta di legno ,di solito legno di ciliegio, poi l’intagliatore incide il legno seguendo i contorni del disegno.
La tavoletta poi è inchiostrata e un foglio di carta viene applicato sulla tavoletta e pressato tanto o poco a seconda del risultato desiderato.
Per immagini multicolori vengono predisposte altrettante tavolette quanti sono i colori da riprodurre.

Urushi. Termine per lacca, materiale ottenuto faceendo seccare la linfa di una pianta Rhus vernicifera.

W

Wabi. “Languore” Concetto estetico e morale che definisce una vita tranquilla senza mondanità e libera da emozioni ,vissuta in semplicità. Questo concetto esistenziale venne condiviso dal Buddismo zen e dalla filosofia Shintoista.

Washi. Termine per ogni tipo di carta giapponese fatta a mano dalla corteccia di diverse piante o dalla canapa. La tecnica per produrre questo tipo di carta fu importata dalla Cina

Y

Yamato. Nome della prima Provincia ora Prefettura di Nara. Il termine è applicato anche all’intero territorio del Giappone.

Yamato-e. Stile di pittura che si sviluppa nel periodo Heian (794-1185) in contrapposizione alla pittura cinese. I temi dominanti sono ispirati dalla stagioni ,dalle vedute di siti famosi e dalle attività artigianali ed agricole. Tra i suoi rappresentanti di spicco troviamo i pittori della famiglia Tosa.

Yoga. “Pittura occidentale” Scuola fondata a Nagasaki dai missionari cristiani che introdussero la pittura a olio e dell’incisione del rame. Nel 16° e 17° sec. una buona parte degli artisti aderenti a questa scuola erano artisti giapponesi convertiti al cristianesimo.
La scuola sparì durante il periodo delle persecuzioni e ritornò in auge nel 1857 con Kawakami Togai che su ordine dello Shogun studiò lo stile della pittura occidentale e le sue tecniche.
Nel 1871 la scuola si sviluppò in tutti gli istituti d’arte e coinvolse diversi artisti come quelli della scuola Kano che adottarono più o meno lo stile dei pittori europei.
Il termine Yoga fu poi applicato ai lavori in stile e tecniche occidentali per distinguerli dai lavori in stile e tecniche giapponesi chiamati Nihonga.

Z

Zazen. “Zen seduto” ; totale rilassamento, una “non meditazione” finalizzata a schiarire la mente e lo spirito per ottenere una sorta di illuminazione.
Nei monasteri Zen buddisti viene praticata da seduti.

Zen. “meditazione”. Scuola buddista sviluppatasi in Giappone durante il periodo Kamakura e E fondata dal santo indiano Bodhidharma (Daruma in giapponese).

PERIODI STORICI

Asuka 552-645
Pre-Nara 645-710
Nara 710-794
Primo Heian 794-898
Tardo Heian 898-1185
Kamakura 1185-1333
Nanbokucho (Corti del Nord e del Sud) 1333-1392
Muromachi 1333-1568
Sengoku (stati combattenti) 1476-1568
Momoyama 1568-1615
Primo Edo 1615-1704
Edo 1704-1789
Tardo Edo 1789-1868
Meiji 1868-1912
Taisho 1912-1926
Showa 1926-1989
Heisei

Reiwa

1989

2019

MOSTRE D’ARTE GIAPPONESE

Tra il 1900 e 1945 il Governo Imperiale del Giappone ha attivamente supportato le arti sia commissionando o acquistando singole opere sia sponsorizzando esposizioni che si tenevano annualmente.
Queste esposizioni erano solo su invito e le opere erano selezionate da grandi esperti il che dava grande prestigio ai partecipanti. Alcuni artisti però poterono partecipare alle mostre senza passare dalla commissione che selezionava le opere.
Si iniziò nel 1907 con la Esposizione del Ministero dell’Educazione denominata Bunten dedicata alla pittura in stile giapponese, alla pittura in stile Occidentale e alla scultura.
Nel 1919 il Bunten fu riorganizzato sotto gli auspici dell’Accademia Imperiale delle Arti prendendo il nome di Teiten.
Nel 1936 il privilegio concesso ad alcuni artisti di saltare la commissione esaminatrice delle opere divenne motivo di grandi controversie tra i partecipanti che spinse il Ministero dell’Educazione a riprendere il controllo della manifestazione (Teiten).
In quest’anno due esposizioni vennero approntate , una chiamata Prima Teiten Riformata l’altra in autunno chiamata Bunten Kansaten. All’inizio dell’anno successivo le esposizioni vennero rinominate come Shin-Bunten e si tornò alla cadenza annuale.
Nel 1940 l’esposizioni fu rinominata in Hoshukuten in onore del 2600° anniversario della dinastia Imperiale, il nome Shin-Bunten ritornò negli anni successivi. Dopo la guerra le esposizioni annuali ripresero senza la sponsorizzazione della casa Imperiale, e sotto gli auspici del Governo nazionale presero il nome di Nitten.
Tutta la storia del sistema delle esposizioni governative ha rivelato la sua natura burocratica e a portato in qualche caso gli artisti a trovare forme alternative per esibire le loro opere.
Nel 1914 un gruppo di artisti capitanati da Yokoyama Taikan rivivificò l’Istituto Giapponese delle Arti originariamente fondato da Okakura Tenshin e con questa organizzazione questi artisti cominciarono ad esporre i loro lavori in una mostra annuale chiamata Inten.
Fin dal 1906 il governo giapponese pubblicò i cataloghi delle esposizioni che sponsorizzava dove erano presenti le immagini dei lavori esibiti in quell’anno.
Queste pubblicazioni sono state compilate e ristampate come serie denominata Storia delle Mostre Nitten ( Nittenshi). Anche per le mostre Inten vennero fatti dei cataloghi poi ripubblicati nella serie Storia delle Mostre Inten (Intenshi).

ELENCO ESPOSIZIONI SPONSORIZZATE DAL GOVERNO

1907-1918 BUNTEN
Esposizione del Ministero dell’Educazione

1919-1934 TEITEN
Esposizione dell’Accademia Imperiale delle Belle Arti
L’Esposizione è ora sponsorizzata dalla Accademia Imperiale delle Belle Arti.
Il Teiten venne fatta tutti gli anni di questo periodo eccetto il 1923 quando si verificò il grande terremoto nel Kanto.
Nel 1927 l’Esposizione fu allargata includendo la categoria delle Arti Decorative.

1935 Nessuna esposizione in questo anno
Il Ministro dell’Educazione cercò di ristrutturare il Teiten e di eliminare dall’ esposizione le influenze del realismo occidentale .
Durante l’anno il Ministro morì per un attacco di cuore e il suo successore abbandonò il progetto di riforma dell’ esposizione.
Il risultato fu che l’“Esposizione Nuovo Teiten” fu fatta l’anno successivo senza molti cambiamenti.

1936 (autunno) BUNTEN
Kansaten. Anche nominata “Showa 11 Bunten” sponsorizzata dal Ministero dell’Educazione.

1937-1939 SHIN-BUNTEN
“Il Nuovo Bunten”

1940 HOSHUKUTEN
Esposizione celebrativa per i 2600 anni del Calendario Imperiale.

1944 SENJI TOKUBETSUTEN
“Edizione Speciale in Tempo di Guerra”

1945 Nessuna Esposizione in questo anno per via della guerra

1946-1957 NITTEN
Conosciuta anche come “Esposizione dell’Arte Giapponese”. Succede alla Shin-Bunten.
Nel 1946 e 1947 sponsorizzata dal Ministero dell’Educazione, nel 1948 dall’ Accademia Arti Giapponese e dal 1949 al 1957 dall’Accademia Arti Giapponese insieme alla Nitten Foundation.
Dal 1948 furono inclusi lavori di calligrafia.

1958-1968 SHIN-NITTEN
Il nuovo Nitten sponsorizzato dalla Nitten Foundation. Il sistema di numerazione viene ripristinato, così l’Esposizione del 1958 si riferisce alla 1° Shin-Nitten .

1969 KAISO NITTEN
“Primo Nitten Riorganizzato”. Sponsorizzato dalla Nitten Foundation e dall’ Accademia delle Arti Giapponese.

1970-oggi NITTEN
Queste Esposizioni sono la continuazione del Kaiso Nitten, il sistema di numerazione prosegue, così l’Esposizione del 1970 si riferisce alla 2° Nitten da non confondere con la 2° Nitten del 1947.

ELENCO ESPOSIZIONI CON SPONSORIZZAZIONI INDIPENDENTI

1914-oggi INTEN
Conosciuta come“Esposizione dell’Istituto Giapponese delle Arti”, che si tiene a Tokio, fu la prima Esposizione organizzata dai membri dell’Istituto.

1913-1922/1925-1939 NOTEN
“Esposizione dell’Artigianato del Ministero dell’Agricoltura e del Commercio”.
Fu temporaneamente cancellata nel 1923 a causa del grande terremoto nel Kanso. Fu rinominata “ Shokosho Kogei Tenrankai” nel 1936.

1954-oggi NIHON DENTO/KOGEI-TEN
“Esposizione dell’Artigianato Tradizionale
Giapponese” sponsorizzata dalla “Associazione Artigianato Giapponese” insieme all’Agenzia degli Affari Culturali.

1918-oggi KOKU-TEN
L’Esposizione fu originalmente organizzata dai membri dell’Associazione per la creazione della Pittura Nazionale, un gruppo di pittori Nihonga che insieme ai membri dell’Istituto delle Arti Giapponesi, cercarono un’alternativa al Nitten. Ad eccezione del 1921 e 1923 l’Esposizione si svolse a cadenza annuale.
Nel 1925 l’Esposizione incluse anche la pittura in stile Occidentale, la scultura e l’artigianato.
Tre anni più tardi l’Associazione si sciolse a causa di problemi finanziari l’Esposizione comunque continuò sponsorizzata dall’Associazione della Pittura Nazionale.